La potenza dei marchi low cost sfonda anche nella classifica dei 100 migliori brand al mondo. Soprattutto, si conferma la capacità di sottrarre spazio alle griffe del lusso. A dominare la classifica del rapporto 2016 di Interbrand, come ormai consuetudine, sono i marchi appartenenti al mondo della tecnologia, guidati da Apple che, a ruota, viene seguita da Google.
Per i brand del lusso, in generale, si abbassa il ranking. Prada scende dal 69° posto del 2015 all’81° con una perdita di valore del brand del 12 per cento. Stessa sorte per Burberry e Ralph Lauren che, dai rispettivi 73° e 91° posto, scivolano all’81° (-9%) e 98° (-12%) posto. Hugo Boss ha avuto la peggio poiché, quest’anno, è addirittura uscito dalla classifica. Meglio per le francesi: Louis Vuitton sale al 19° posto con un +8%, Hermés, registra un +17%, scalando sette posizioni e classificandosi 34°, e Dior è una new entry all’89° posto. Il primo marchio italiano è Gucci, al 53esimo posto, indietreggiando rispetto al 50esimo nel 2015, ma con un guadagno del 6% in termini di valore del brand.
Chi, appunto, si distingue per performance e posizione all’interno della classifica per ciò che concerne l’ambito moda sono i brand low cost quali Zara e H&M, che battono tutti i marchi luxury (salvo Lv), collocandosi tra le prime 30 posizioni. Non solo. Entrambi si migliorano rispetto alla precedente edizione. H&M si classifica 20°, guadagnando una posizione (+2%). Zara sale dalla 30° posizione alla 27° ottenendo addirittura un +19 per cento.
La classifica viene stilata analizzando i modi in cui i marchi aiutano a far crescere le aziende, spaziando dalla soddisfazione dei clienti alla generazione di valore economico (metodologia certificata Iso). In particolare, si considerano tre elementi: i risultati finanziari dei prodotti e servizi del brand; il ruolo del brand nel processo di scelta dei consumatori; e la forza esercitata dal brand nel definire una fascia di prezzo elevata o di generare utili per la società.
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