White chiude con quasi 19mila visitatori
Celebrato come l'appuntamento imperdibile della Milano Fashion Week Donna, WHITE MILANO, con i suoi oltre 550 marchi e 18.850 visitatori, quota +24% di buyer rispetto all’appuntamento dello scorso settembre, si conferma ad ogni edizione il marketplace ideale dove la moda womenswear interagisce con i più influenti player internazionali del settore, in un contesto unico nel suo genere.
Da sempre la sua formula vincente è l'offerta buyer-oriented: un'accurata selezione internazionale, che risponde alle necessità del mercato, portando in scena il meglio del panorama fashion attuale nelle quattro location di Tortona 27, 31, 35, e 54.
White ha ospitato 330 realtà su una superficie espositiva di 18mila metri quadri e due nuove location all’interno del distretto: il Mudec, che ha ospitato i brand internazionali community driven, e il Padiglione Visconti, in cui la filiera creativa e produttiva della moda sostenibile ha aperto le porte agli addetti ai lavori, alla cittadinanza, ai consumatori e agli eco-geek.
Tra le novità più attese dell’edizione c’è stato Wsm–White Sustainable Milano, il progetto fashion tech interamente dedicato alla filiera produttiva sostenibile e alle nuove tecnologie a supporto della transizione ecologica e tecnologica delle Pmi. La manifestazione, con la direzione artistica di Massimiliano Bizzi, è stata realizzata grazie anche al supporto di Maeci (Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale) e Ice Agenzia, in partnership con Confartigianato Imprese* con il contributo della Regione Lombardia e il patrocinio del Comune di Milano.
“Questo risultato è importante. Dimostra ancora una volta che progettualità e sistema sono le chiavi di un lavoro di successo, anche in un momento storico così particolare”, ha dichiarato il founder Bizzi. “Stiamo procedendo con coerenza rispetto ai nostri piani di sviluppo e di evoluzione della visione della settimana della moda che da tempo concepiamo come un fashion expo unico nel sistema internazionale. Siamo in costante dialogo con le istituzioni e i maggiori attori della città e delle imprese di moda affinché l’intuizione di Sign of the Times si trasformi in una realtà pragmatica e innovativa. Mi auguro che oggi Milano realizzi la rilevanza della partita che sta giocando, ne colga l’opportunità strategica nel confronto con le altre capitali del fashion, in primis Parigi, e continui su questa strada.”
Resta aggiornato sul mondo di Manichini Store e... Tranquillo anche noi odiamo lo spam